· “Presta attenzione non tanto a ciò che devi fare, ma all’intenzione, all’attitudine che ci metti, perchè è il tuo atteggiamento mentale che determina il tuo carattere.
· – Sii grato per quello che hai. Pratica il sorriso. Onora il tempo.
· Quando c’è chiarezza nella visione, c’è concretezza nella realizzazione.
Richard Romagnoli
E in concreto come fare?
Partendo dalla scontata ma non banale affermazione che se non siamo felici, non possiamo aspettarci che lo siano i nostri studenti , credo che la formula sia allenarsi alla felicità, prendersi l’ impegno alla felicità, senza trascurare tutte le sfumature emozionali che la vita a scuola, e non solo, ci impone di vivere, da quelle più “facili” a quelle “meno facili”.
Si tratta di sentire che il mondo è nostro, che possiamo cambiarlo col nostro modo di essere a scuola, senza sentirci intrappolati in un ruolo, nelle sue incombenze e nelle sue oggettive pesantezze.
Si può essere insegnanti, medici, muratori, fabbri, psicanalisti, avvocati, operai ….e una sola cosa farà la differenza: fare il nostro lavoro amando ciò che si fa , inventandosi un margine di personalità e sperimentando la gioia di farlo con passione e con amore.
Questo ci renderà insegnanti felici, persone felici e ci stimolerà a cercare sempre nuovi strumenti per arrivare al cuore degli studenti, nuovi linguaggi per arrivare alla loro mente e non dare mai nulla per scontato, a non far trascorrere giorno senza aver trovato il tempo per studiare, ricercare e sperimentare le modalità e le strategie che ci permettano di vedere realizzato il sogno di educare alla felicità ,nella scuola del nostro Paese, anche nei momenti e nelle situazioni più difficili.
Se ciascuno di noi prima che con la didattica e gli strumenti del nostro lavoro prendesse un impegno alla felicità, costituirebbe in maniera contaminante una comunità, trasformando l’ intera istituzione, che spesso non rende felici i nostri alunni.
Quello che noi facciamo è solo una goccia dell’ oceano, ma se non lo facessimo…l’ oceano avrebbe una goccia in meno (Madre Teresa)
E da questa ispirazione ogni insegnante dovrebbe sentirsi un costruttore di comunità, la comunità dell’ istruzione vissuta come arricchimento, come possibilità di formazione alla vita oltre che ai saperi.
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